L'INNO DELL'AMORE

di Joe 77

(questa storia è strettamente collegata a quella di Ellen "yuki no hana" per coglierla dovete leggere prima quella)

 

Sono disteso nel mio letto aspettando che da quella porta entri Françoise per rifarmi la medicazione. Il dottor Gilmore dice che avrei bisogno di qualche giorno per ristabilirmi completamente, il colpo subito è stato duro anche per me che ho una tempra forte, ma in questo letto proprio non riesco a starci. Spero solo che Françoise non stia troppo male per quello che è successo... per me è un capitolo chiuso! So che si sta tormentando per quello che ha fatto. Sicuramente prima di sparare avrà pensato che mi sarei spostato dalla traiettoria del colpo con la super velocità, ma non poteva sapere che il mio dispositivo di accelerazione era rotto. Ho tentato di dirglielo nella caverna dove ci eravamo rifugiati con l'aiuto di Megaro, ma lei ha creduto che lo dicessi solo per discolparla.

Sono stato uno stupido in tutti questi anni! Mi sono nascosto dietro al nostro essere in parte delle macchine e non ho voluto mai comprendere i tuoi sentimenti, quegli stessi sentimenti che adesso ti tormentano l'anima, quei sentimenti che ti sembra aver tradito e per questo stai provando tanto dolore che tu non meriti assolutamente!

E pensare che eri davvero felice qualche giorno fa... ricordo la tua emozione in quel fantastico viaggio assieme. Quando scendemmo dall'aereo, sorridendo, ti lamentasti che faceva un gran freddo,ma capii che era solo un'espressione per nascondere un altro stato d'animo. Sembravi libera da ogni pensiero. Quell'espressione sembrava dirmi... Joe siamo lontani dal mondo io e te... liberi...non è fantastico? Io però accennai un dolce sorriso senza esclamare altro a voler confermare la tua sensazione.

Ricordo che in aereo mi ero addormentato come un pero... riuscendomi a perdere la tua compagnia, ma ricordo che feci un bel sogno. Sognai la Bugatti Veyron che ti avevo mostrato qualche giorno prima... eravamo io e te a sfrecciare per le strade di Parigi e tu eri davvero divertita! Ridevi felice è questo mi faceva stare bene. Chissà se tu mi osservavi mentre sognavo e chissà se vedendomi cosi rilassato hai pensato che stessi sognando proprio te.

Arrivati in albergo sentivo il tuo cuore battere all'impazzata, eri come una ragazzina alla prima cotta! Non so se era per l'emozione dell'incantevole vista che avevamo dalla nostre stanze o per il fatto di essere li da sola con me! Ma sinceramente ho sperato in quest'ultima.

La sera della cerimonia di apertura dei giochi è stata fantastica. La fiamma olimpica che faceva il suo ingresso è stato veramente emozionante vedere i Tedofori correre per accendere il grande braciere. Ricordo il tuo stupore e la tua emozione che quasi non stavi più in piedi. Io ti guardavo sorridendo mentre ti sorreggevi a me, captando il tuo imbarazzo ed emozione.

Mentre tornavamo in albergo ti chiesi di fermarci a bere qualcosa. Il locale era molto familiare, rustico e accogliente. Sono stato veramente bene! Io presi un vin brulé, tu una cioccolata calda aromatizzata al peperoncino... la cosa mi fece ridere e ti presi in giro dicendoti che la cioccolata va presa dolce non piccante! Tu mi facesti la linguaccia... quel gesto fu tanto infantile quanto naturale e confidenziale che devo dire che mi è molto piaciuto! Io scoppiai a ridere alludendo ai tuoi strani gusti piccanti, seguito del tuo stupendo sorriso. Ci sedemmo poi sulla panca di fronte al caminetto acceso. La panca era strettissima non per due. Ero contento però di essere li attaccato a te. Potevo ascoltare i battiti emozionati del tuo cuore. Che sensazione di grazia ho provato vicino a te!

In quegli istanti, il tuo sguardo si era perso nella stupenda luce della luna. Rimanesti li a fissarla dalla finestra quasi ipnotizzata ed affascinata. La luce che la luna rifletteva sul tuo viso risaltava tutta la tua bellezza. Mentre tu eri persa nel bagliore del satellite eterno che ha illuminato i cuori di tanti amanti, io ero perso nella bellezza del tuo sguardo. La mia curiosità era tanta... avrei voluto sapere cosa stavi chiedendo in quel momento alla luna.

Tornati in albergo ti diedi la buona notte con un dolce ma malinconico sorriso e andai in camera a malincuore... sarei restato volentieri ancora li con te a chiacchierare.

Non riuscii a dormire per tutta la notte, avrei voluto addormentarmi abbracciato a te. Non sapevo il perché di questi pensieri, ma mi mancavi tanto.

Il giorno seguente, facemmo colazione assieme e è stato fantastico. Mi ricordo che non dissi una parola dall'emozione. Accanto a te, in quel contesto, mi sentivo rilassato e sereno come mai non ero stato fin ora. Passammo la mattinata a vedere i giochi e commentare tutto e tutti. Devo ammettere che divenni un pò geloso quando parlavi di ammirazione verso alcuni atleti. Che giornata memorabile era iniziata.Tornati in albergo ti ho vista un pò giù e chiesi cos'avessi, ma con disinvoltura dicesti che era senz'altro il fuso orario. Ma dalla tua espressione sembrava proprio stanchezza. A cena ricordo di averti osservato un po troppo, ero preoccupato per il tuo stato e, lo ammetto, avevo preso gusto nel guardarti. Dopo la cena ti proposi di stare un po assieme a chiacchierare in una delle sale dell'albergo. Mentre parlavo tu sembravi ipnotizzata dalle mie parole. Tutto ad un tratto poggiasti la tua testa sulla mia spalla. E siamo stati per un po senza parlare, fu una dolce sensazione. Guardai fuori dalla finestra e da poco iniziò a cadere candida la neve. Allora cercai di richiamare la tua attenzione dicendoti "guarda Nevica..." ma tu non rispondesti. Ti eri addormentata attaccata a me, e non mi andava disturbarti quindi ti lasciai stare. L'ultima cosa che ricordo di quel momento furono i dolci sospiri che emettevi. Infatti ad un tratto aprii gli occhi e guardai fuori dalla finestra, era già mattina. Ci eravamo addormentati li entrambi uno abbracciato all'altro e quando ti svegliasti iniziammo a ridere come matti sotto gli occhi divertiti dei presenti.

Il tempo passò veramente veloce e tranquillo, ricordo che iniziai a parlarti della mia vita passata; ti parlai del mio passato da corridore e dei miei rivali Jet e Migthy. Quest'ultimo è stato unasso del volante, ricordo che prima di lui non avevo mai incontrato un pilota del suo calibro, e molte delle nostre gare si decidevano sul filo dei centesimi di secondo. Ti dissi che avevo sempre sognato di andare a correre nella Ferrari, sarebbe stato come entrare nella storia della formula uno. Ma l'invidia e l'avidità he colpito anche quello sport. Mi chiedesti cosa provavo ad essere un corridore, ed io dopo un attimo di esitazione ti dissi che mi piaceva mettermi in gioco giro su giro, poi l'alta velocità legata al rischio mi dava adrenalina pura. L'alta velocità mi tranquillizza e mi da l'idea di poter scappare dalla cattiveria umana. Li con te mi sentivo sereno e finalmente rilassato dopo tanti giorni di tensione. Non credevo che queste vacanze trascorse in tua compagnia mi avrebbero tirato fuori un altro lato del mio carattere a me oscuro.

Negli ultimi giorni, mentre guardavamo la disciplina danza sul ghiaccio, notai il tuo stupore nell'osservare gli atleti. Eri affascinata ed ipnotizzata da quei movimenti coordinati di danze mozzafiato. Scommetto che hai ricordato il tuo passato da ballerina. Devi avere sofferto proprio tanto. La tua passione più grande stroncata dalla cattiveria dell'uomo. Non è giusto... non mi piaceva vederti soffrire internamente nell'immaginarti te che danzi leggiadra come un cigno al loro posto. Tu improvvisamente tornasti in te e ti girasti verso di me per chiedermi scusa della tua momentanea assenza, ma io sorridendoti, ti dissi che dovevamo andare, tu accennassi di si senza parlare. Tornato in camera, stetti mezz'ora davanti allo specchio, mi sistemai per benino e indossai il mio vestito migliore, jeans con camicia nera e maglia a collo alto sotto la stessa, poi indossavo stivali a punta di camoscio, cintura e sciarpa tutto di marca Armani, e per finire borsa da uomo a tracolla della medesimo marchio. Mi sentivo me stesso, finalmente potevo trasformarmi in unperfetto ragazzo normale che va al suo appuntamento galante.

Mi fiondai subito nella hall attendendoti. Tu ti facesti attendere un po... chissà cosa stavi facendo, iniziai ad essere un po nervoso come un adolescente al suo primo appuntamento tanto da far sorridere anche il barista che mi guardava con aria allegra. Finalmente arrivasti scendendo le scale frettolosamente verso di me, rimasi di stucco vedendoti vestita per la prima volta a quel modo... indossavi un corpetto aderente ricamato finemente con la gonna a palloncino con tinta unita di colore rosa antico. Completava la tua bellezza un paio di decolté beige a tacco alto e una collana di perle. Quell'abito risaltava tutta le tua femminilità, ma soprattutto le tue stupende forme, ma il tutto non ti discostava dall'essere te stessa.

Sembravamo proprio una coppia di innamorati, tu mi prendesti sotto braccio salutando il barista che ci augurò una buona serata mentre lo stesso mi riguardò decisamente con aria quasi maliziosa. Ero molto felice quella sera... al settimo celo. Ricordo che mi guardavi tutta la serata con aria romantica, quasi ero in imbarazzo dal modo come mi guardavi, ma devo dire che la cosa non midispiaceva affatto. Avevo cosi anch'io il pretesto per guardarti. All'improvviso però cambiasti espressione... sembrava che qualcun altro ti avesse rubato la scena, diventasti assente e malinconica e io no capivo cosa mia potesse turbare il tuo animo in quella serata cosi speciale per noi due. Ma io rispettai quel tuo momento di stranezza, chissà... forse un giorno mi racconterai cosa ti passava per la testa in quel momento. Avrei voluto che quegl'istanti con te non avessero avuto mai fine. Nei miei intimi pensieri volevo qualcosa di più in quella stupenda serata, avrei voluto tanto baciarti.

Mentre tornavamo in albergo, iniziò a cadere su di noi la candida neve... fu una cosa molto romantica, io e te sotto la neve a braccetto. Cosa credi... avevo capito che cercavi ogni sorta di scusa per prolungare con me quegli attimi di felicità ed io facevo di tutto per assecondarti. Sembravamo immersi in una favola dove nel finale il principe bacia la sua principessa, ma invece dopo una passeggiata romantica ti accompagnai alla tua camera. Mi mancò il coraggio di darti quel bacio che tanto avevo immaginato di darti. Ti salutai dolcemente e andai a letto deluso da me stesso di non aver saputo fare quel passo che...!

La fine dei giochi invernali segnò la fine delle nostre vacanze, tu eri veramente turbata e malinconica, lo notai subito appena ti vidi pronta alla partenza. Mi avvicinai a te dicendoti che non dovevi essere triste per la fine della nostra vacanza. Poi partimmo sul serio in quell'aereo che avrebbe segnato definitivamente e per sempre i nostri sentimenti. Tutto quello che è successo poi, vorrei che si ripetesse per altre 1000 volte. Quando decisi di lasciarti li per andare a cercare una squadra di soccorso, ebbi un sussulto nel cuore... ero davvero preoccupato, avevo paura di non rivederti più... avevo paura di lasciarti sola. Ma tu sei combattiva e forte nei momenti che contano sapevo che te la saresti cavata e io dovevo fare qualcosa per tirarci fuori da quella situazione. Captai subito il tuo timore di separarci per sempre, la tua paura di rimanere sola senza di me, ma non mi dicesti niente, accettasti la mia decisione. Forse se avresti fatto qualcosa per impedirmi di lasciarti sola ti avrei ricordato cosa sei e ti giuro non avrei mai voluto farlo per non farti soffrire. Ma tu sei stata forte nel capire la situazione e comportarti da vera donna forte.

Mentre correvo fui attaccato da una squadra dei fantasmi neri che riuscii ad eliminare lasciando in vita colui che poi a sua volta l'ha messa a disposizione perché noi ci salvassimo. Megaro, quando mi disse che eravate stati catturati, mi sentii male e con tutta la forza che avevo in corpo corsi all'impazzata da te per salvarti. Ma non sapevo cosa sarebbe accaduto. Quando spuntai dagli alberi tu mi guardasti con somma felicità e io feci lo stesso... fu un sollievo vederti sana e salva il mio cuore si riempì di gioia e capii che era stato uno sbagliolasciarti da sola. Ma il nemico aveva in serbo un asso nella manica, giocò con i nostri sentimenti mettendoci uno contro l'altra. Tu eri sicura che io, come tante volte, mi sarei scansato e attaccato il nemico approfittando della confusione venutasi a creare, ma entrambi non sapevamo che il mio dispositivo era danneggiato. Caddi a terra sotto i tuoi colpi e quello che ricordo dopo quell'istante sono state le tue urla di dolore e disperazione. Le lacrime accompagnavano le tue urla mentre il nostro nemico godeva di quella situazione. Che gesto meschino, che crudeltà giocare con i sentimenti degli uomini, ma i fantasmi neri non conoscono la pietà.

Il tempo scorreva veloce... mi risvegliai e vidi te e Megaro che mi soccorrevate. Ero come paralizzato, impotente. Pensavo che per me era arrivata la fine, nessun nemico mi aveva mai battuto, mase dovevo proprio finire i miei giorni cosi... meglio cadere per mano della persona che si ama che per quella meschina del nemico.

"No... non è vero... tu non mi hai mai tradito Françoise", ti hodetto!

Tu mi rispondessi in faccia... "io non sono degna di niente... tanto meno di te Joe", e scappasti via da me mentre ti urlavo di tornare in dietro da me. Le tue parole non mi colpirono immediatamente, non volli capirle per l'ennesima volta... fu Megaro che disse, " poverina è cosi stravolta... so che è molto brutto veder soffrire chi si ama!" Rimasi a bocca aperta, Megaro mi aveva colpito dritto al cuore... il bello è che io in fondo al cuore stesso già sapevo tutto ciò! Già sapevo che mi amava... è solo che il mio cervello non lo ha mai accettato... forse volevo proteggerti... forse avevo paura dei miei sentimenti... o forse sono stato solo uno stupido. Non sei mai stata brave nel mentire, sei pura tu... hai sempre fatto notare, senza accorgertene, dei tuoi sentimenti verso di me... tutti lo sapevano e non facevano mai niente per limitarci, anzi ci hanno sempre assecondato.

Ho capito ancor di più quanto è forte il tuo amore per me, quando stremata dalla fatica hai pensato che non saremmo mai più usciti da quella giungla chiedendomi di morire assieme. ma io non potevo pensare di non poterti stare più accanto quindi ti chiesi di lottare senza arrenderci. Successivamente mi salvasti la vita evitandomi saltare su quelle mine. Hai tirato fuori la grinta che ti contraddistingue... che ti rende unica. Mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi il tuo amore.

L'indomani mi risvegliai dall'intervento avuto grazie al dottor Gilmore, e ti vidi li seduta accanto a me in attesa del mio risveglio. Notai le tue lacrime di felicità vedendomi rinvenire. Tu cercasti di andare a chiamare il dottore, ma io ti sorrisi e ti sussurrai con le poche forze che avevo, "non ti lascerò mai più sola!" Tu sei scoppiata a piangere mentre andavi a cercare Gilmore. Come dicevo tra poco entrerai da quella porta per rifarmi la mia medicazione. Non vedo l'ora di sentirti accanto. Da questa esperienza ho capito che un attimo è veramente fondamentale nella vita degli uomini. Esso può essere l'ultimo atto della nostra misera esistenza, quindi non bisogna mai trascurarli. Spero tu non cercherai mai più di nascondere i tuoi sentimenti nei miei confronti, e che vivi con me tutti gli attimi possibili nei giorni a venire serenamente come hai fatto in quei giorni diversi trascorsi in vacanza con me. Ho accettato quello che già sapevo e non farò niente per nascondere le mie emozioni e i sentimenti di amore che provo per te... si... ti amo Françoise.

La porta si apri lentamente ed in silenzio entro Françoise con tutto l'occorrente per rifarmi la medicazione. Ero come bloccato non riuscivo a parlare. Tutto quello che avevo preparato...il mio discorso... non ricordavo più niente. Lei mi disse mentre poggiava la roba sul comodino alla mia destra... "come ti senti oggi?" Io risposi sotto voce, "sto meglio, grazie"! Lei continuò,"l'inverno sta finendo lentamente lasciando il posto alla primavera! Sai quando starai meglio voglio che mi porti a Ueno, per vedere la festa dei ciliegi in fiore". Io le sorrisi mentre lei continuava a parlare, "è una festa molto particolare, come mi raccontasti te una volta, perché oltre a contemplare la fioritura, si onora sia la Natura sia l’albero di ciliegio come esempio della bellezza e di come la vita sia effimera... e proprio perché ho capito, quanto possa essere fuggevole la vita, che non rinuncerò a te. I due si guardarono intensamente per qualche minuto negli occhi sorridendosi in complicità".

Quello sguardo bastava per trasmettersi entrambi tutto quello che avrebbero dovuto dirsi e che mai si dissero.

 

Pensiero di Joe per Françoise:

 

Non sono mai stato bravo nel dimostrarti il mio amore;


non sono mai stato bravo a giocare con le parole;

non sono mai riuscito a dirti quello che provo per te;

ma a noi basta uno sguardo, un attimo assieme;

non siamo come semplici amanti;

il nostro amore è la cosa più bella che mi sia capitata;

sarò tuo per sempre e no ti lascerò mai più sola;

spesso, tra di noi, uno sguardo vale più di 1000 parole. Ma questo lo sappiamo solo io e te;

quello che non ci siamo detti mai, ci viene comunicato dai nostri cuori.

Joe77.

 

© 14/07/ 2012

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